Approfondimenti

Blancpain Fifty Fathoms, 50 braccia sotto i mari

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Dall’edizione limitata Barakuda alla versione “di serie” in titanio. Novità e caratteristiche della storica collezione di esemplari subacquei. Più affidabili che mai

Per molto tempo l’alta orologeria ha guardato con una leggera forma di disgusto l’idea di realizzare strumenti a prova di specifiche militari anche per quanto riguarda l’impermeabilità. Con qualche illustre eccezione, come il Blancpain Fifty Fathoms. Lanciato nel 1953, era appunto un orologio subacqueo garantito impermeabile fino a 50 fathoms, un’unità di misura inglese (braccia) equivalente a 1,8288 metri.

È interessante notare che su questa misura si innescherà una piccola polemica. 50 fathoms, infatti, sono equivalenti a 91,44 metri, mentre il Rolex Submariner, uscito nello stesso anno, era impermeabile fino a 100 metri. Se entrambe le marche avessero espresso l’impermeabilità in atmosfere, come sarebbe più corretto, anziché in metri, si sarebbe probabilmente scoperto che entrambi gli orologi potevano essere considerati come i capostipiti di una nuova tipologia. Tipologia che suscitò subito l’interesse dei militari: già pochi anni dopo, nel 1959, i test condotti da tecnici della Marina Militare statunitense approvavano le caratteristiche professionali dei Blancpain Fifty Fathoms e più tardi si aggiunsero enti militari di altre nazioni, fra cui la Francia e la Germania.

E partiamo proprio dalla riedizione di un orologio originariamente realizzato per un’azienda (la Barakuda) che riforniva di materiale per immersioni la Marina tedesca. Bisogna chiarire subito che i 500 esemplari del Blancpain Fifty Fathoms Barakuda non sono, come spesso accade, una variante dell’edizione “di serie” con il fondello e altri dettagli rivisti per celebrare un anniversario. No, qui cominciamo dalle dimensioni (40 millimetri) e dall’estetica della cassa che sono totalmente diverse da quelle di “normale” produzione. Questo, fra l’altro, ha costretto all’adozione di un calibro di diametro ridotto: il calibro 1151 in luogo del 1315.

Muta ovviamente la minuteria (lancette e indici), muta il quadrante e, sul piano tecnico, il vetro zaffiro bombato, introdotto da Blancpain nel 2003. Interessante, per comprendere con quale attenzione ai dettagli abbiano lavorato i progettisti, l’adozione di una particolare colorazione di Super-Luminova che imita quella dei vecchi materiali luminescenti radioattivi. L’impermeabilità è garantita fino a 30 atmosfere, a riprova che non siamo “solo” di fronte ad una edizione commemorativa, ma ad un orologio subacqueo con tutte le carte in regola.

Dopodiché ci sono i modelli, molti, “di serie”. Ma perché tanto interesse per gli orologi subacquei da parte di Blancpain? Il marchio, in fin dei conti, era già ben conosciuto per le realizzazioni d’alta orologeria, per i movimenti complicati, per la proverbiale qualità. La risposta sta nella passione di Marc Hayek, Presidente e Ceo di Blancpain. Figlio di Nayla Hayek e nipote de fondatore del gruppo – Nicolas G. Hayek –, Marc è sempre stato uno sportivo con due passioni principali: il mare e i motori.

Ha corso in Lamborghini con buoni risultati (a suo tempo Blancpain produsse alcuni orologi in collaborazione con il marchio di automobili), ma soprattutto è un sub quasi professionale. E gli orologi subacquei nascono proprio dalla sua passione per il mare che, da appassionato vero, non occasionale, ha portato Blancpain non solo a sponsorizzare eventi e record (soprattutto di apnea), ma anche ad un continuo sostegno per iniziative come l’Ocean Committement, tese alla protezione e alla conservazione dei mari. Tutto questo senza esagerazioni, senza premere troppo sull’accelerazione del marketing. Alcuni di noi, che un po’ lo conoscono, lo apprezzano anche per il carattere schivo, non autoreferenziale, che coincide con la volontà di offrire orologi solidi: veri strumenti di lavoro, prima ancora che di stupore.

E così il primo Blancpain Fifty Fathoms 2019 è stato presentato a gennaio in una versione – quella che preferisco – con la cassa interamente in titanio. La preferisco per ragioni puramente tecniche: robustezza, leggerezza e totale resistenza ai campi magnetici. Un connubio perfetto con la robustezza e la resistenza ai campi magnetici del Calibro 1315, movimento sul quale bisogna soffermarsi.

Meccanico a carica automatica, montato su ben 35 rubini, è un movimento di diametro e spessore non particolarmente contenuti (rispettivamente 30,6 mm e 5,65 mm) proprio per motivi di robustezza, ma anche per la presenza di tre bariletti in serie per un’autonomia i 120 ore, ossia cinque giorni. Il calibro 1315 è perfettamente rifinito (anche se le finiture non cercano gli effetti speciali) secondo le rigide regole dell’alta orologeria. Fra le sue caratteristiche di pregio ci sono la spirale in silicio e il bilanciere ad inerzia variabile con viti in oro. Ma soprattutto una precisione invidiabile, non ostante non sia certificato Cosc. Ho visto, dopo una regolazione in fabbrica, un test al crono-comparatore che mostrava una precisione fra –1,5 e +1 secondi al giorno.

Dal momento che sono un rompiscatole di livello professionale, ho chiesto ad uno dei tecnici del laboratorio di Pisa Orologeria, a Milano, di rifare l’esperimento: regolazione e verifica. I risultati non si sono discostati da quelli ottenuti in fabbrica. Anzi, il tecnico mi ha fatto notare che con un po’ di tempo in più avrebbe potuto far di meglio. Il giorno dopo mi ha telefonato per comunicarmi di aver ottenuto scarti di +/-1 secondo alla settimana! Tanto per capirci, già il precedente risultato avrebbe ampiamente soddisfatto persino i severissimi limiti imposti dal marchio Qualité Fleurier, a loro volta ben più severi dei test Cosc. Bisogna comunque ricordare che i test di laboratorio sono quasi sempre migliori dei risultati reali.

Bene, direi, perché con questo abbiamo appurato che il Blancpain Fifty Fathoms vale il proprio prezzo per il movimento dalle caratteristiche più uniche che rare. Poi c’è l’aspetto estetico. Non entro nel merito dei gusti personali: ovviamente non fa parte dei miei compiti. Mi limito ad osservare due caratteristiche degne di nota. La complessiva sagomatura della cassa, ricca di curve per non offrire appigli nell’attività subacquea e comunque piacevole anche al tatto. E la leggibilità seriamente ottimale in ogni condizione di luce.

Perché quel “seriamente”? Perché anche in questo caso non si sono ricercati effetti speciali, non si cerca di strappare un oooh di stupore. Lancette, indici interni ed esterni hanno le dimensioni ben calcolate – evidentemente con l’aiuto di esperti sub – per la migliore leggibilità possibile. Ancora una volta lo strumento di lavoro ha la precedenza, pur se quanti cercano i fuochi d’artificio possono trovarli in versioni come quella con cassa in oro e quadrante in ceramica blu.

In ogni caso consiglio un’esplorazione del sito per rendersi conto quanti siano i modelli a disposizione (in tutto 72), fra cui ne spiccano due di particolare interesse. Primo, il Fifty Fathoms Batyscaphe nella dimensione adatta ai polsi femminili. E, secondo, il sogno nel cassetto di molti, moltissimi appassionati del mare: l’X Fathoms con profondimetro meccanico. Di entrambi parleremo fra qualche giorno.