Approfondimenti

Kern, il futuro e la collezione Premier di Breitling

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Al summit di Londra, lo scorso ottobre, il Ceo di Breitling Georges Kern ha illustrato la strategia della marca. Non solo a parole, ma soprattutto con i fatti. A cominciare dalla collezione Premier, in vendita da subito

Ho visto un bel pezzo di futuro, a Londra, nei giorni scorsi: l’occasione era un workshop di Breitling durante il quale sono stati presentati nuovi modelli, discutendo di nuove collezioni e nuove strategie.

Dirai: e cosa me ne frega delle strategie? Parlami degli orologi. Sì, ma le strategie giuste, in estrema sintesi, abbassano i prezzi e le strategie sbagliate li fanno lievitare. In particolare, c’è una fuga dalle fiere specializzate, una fuga che sta assumendo proporzioni epiche proprio perché i costi elevatissimi di questo tipo di manifestazioni non sono più compatibili con una strategia di prezzi concorrenziali. Per chi volesse saperne di più nel dettaglio, rimando ad un ampio spazio “tecnico” di analisi economica (comprendente un’intervista specifica con il Ceo Georges Kern, fulcro dell’attuale Breitling), che sarà possibile trovare il 22 novembre nell’allegato gratuito al Corriere della Sera, interamente dedicato all’orologeria.

Qui mi limito a sottolineare come Kern intenda rafforzare la già forte posizione di Breitling anche con percorsi commerciali agili e moderni, che utilizzino al meglio tutti i sistemi di comunicazione (digitale compreso) per ottenere la massima diffusione al minimo prezzo. Il summit di Londra è un esempio di quel che sarà (magari con qualche miglioramento organizzativo) il futuro del settore: presentazione alla stampa e ai negozianti, contemporaneamente, di novità ben scansionate nel tempo. Alcune delle quali disponibili da subito, come la collezione Premier. Un bel risparmio, credetemi, equamente diviso fra maggior guadagno per il produttore e minor prezzo per il compratore finale.

Basta: parliamo della collezione Premier, la prima ad arrivare sul mercato. Si basa su modelli storici, opportunamente rivisti: è ben connessa alla Breitling “prima di Georges Kern” e al tempo stesso inizia a ben definire il “futuro secondo Georges Kern”. Blablabla di un marketing interessante perché fondamentalmente onesto: non ti induce in tentazione con argomenti da “aria fritta”, ma possiamo comunque passare oltre, almeno in questa sede, per andare ad esaminare la sostanza della collezione.

Partiamo dai quadranti: è più facile. Un occhio allenato nota subito una buona ricerca dei dettagli (gli indici ai quattro punti cardinali, ad esempio) tesa a fornire contemporaneamente eleganza e eggibilità. È chiaro che siamo di fronte ad un orologio che vuol piazzarsi nel ripiano “eleganza” dell’orologeria sportiva. E ci riesce proprio grazie ad una serie di segni (che come al solito consiglio di verificare con l’aiuto della classica lente da orologiaio, in un negozio concessionario), che sommati formano il carattere dell’orologio.

Penso ad esempio alle tre balze del profilo: lo spigolo superiore della carrure (la parte mediana della cassa) sulla quale poggia la lunetta e infine il vetro a forte curvatura angolare. Viene a formarsi in tal modo una sovrapposizione di volumi che alleggerisce non poco lo spessore complessivo. Una soluzione (esteticamente moderna e modernista al tempo stesso) ribadita dai tagli, dalle fresature praticate sul lato della carrure: anche in questo caso è interessante notare come basti poco, talvolta, non solo per sveltire il design complessivo, ma anche per conferire all’orologio una sensazione di maggiore ricchezza. Perché quelle fresature potevano pure non esserci.

Noto anche come la finitura di queste fresature (sarà evidente a chiunque esamini l’orologio “dal vivo”) avrebbe potuto essere migliore, con alcuni angoli più smussati. Ma una scelta di questo tipo avrebbe aumentato di almeno un centinaio di euro il costo dei singoli modelli, costringendo a migliorare ulteriormente altre finiture: i Premier sarebbero finiti in una fascia di prezzo totalmente diversa, con concorrenti diversi, e il rapporto fra prezzo e qualità non sarebbe forse stato così conveniente. In questa ottica la scelta di Breitling è decisamente condivisibile.

I modelli. Su tutti spicca il “panda look”, il cronografo con movimento di manifattura a due contatori. È decisamente il modello di punta, il più prezioso. Lasciando perdere i miei gusti personali, dei quali giustamente non interessa un bel niente (potrei essere un talebano dell’eleganza o un cultore del “tamarro style”, senza che i miei gusti debbano influenzare nessuno), vorrei solo far notare quanto la scelta dei contrasti cromatici renda questo cronografo (42 mm di diametro) immediatamente riconoscibile sia nella versione con cinturino che in quella con il bel bracciale (un classico della marca) d’acciaio, di cui apprezzo molto la maglia iniziale, quella fra le anse, perfettamente integrata. Consiglio anche un’occhiata tecnica alle chiusure pieghevoli, esemplari per somma di qualità tecniche ed estetiche.

Anche il crono tre contatori ha comunque il suo bel perché: un po’ più aggressivo, più sportivo, condivide con l’altro alcune componenti (come la cassa, i bei pulsanti rettangolari smussati e la corona sufficientemente ampia per un uso agevole), che consentono di contenere i prezzi grazie ad un’economia di scala intelligente, così intelligente già in fase di progetto da allontanare il dubbio di un risparmio teso alla “povertà” (magari da far pagare a caro prezzo). Perché se si voleva risparmiare a tutti i costi non si sceglievano, ad esempio, pulsanti così ben smussati agli angoli e si eliminavano un po’ di (costose) superfici lucide.

Scendiamo di diametro (40 millimetri) con i due modelli più orientati all’eleganza – ma sempre sportiva, come sottolinea anche la caratteristica di forte impermeabilità. Il “solo tempo”, il cronometro classico con piccoli secondi al 6, è un bell’orologio per tutte le stagioni e tutte le situazioni, che assume un carattere forte anche per la scelta di affiancare il classico quadrante soleil con due alternative: grigio e blu. In entrambi i casi la scelta è molto sofisticata e non banale come potrebbe sembrare a prima vista: i colori mutano – e molto – a seconda di come la luce cade sull’orologio. E diventano quindi vivi e vivaci, come potrà ben notare il solito astuto esaminatore “dal vivo”. Attenti: non è una casualità, una botta di fortuna, ma una scelta progettuale voluta che – sommata ai molti altri dettagli – crea un’impressione complessiva di grande attenzione ai diritti del compratore, come è giusto e sacrosanto.

40 millimetri, infine, anche per il Day & Date, orologio di grandissimo prestigio (fa pendant con il nome della collezione…) e furbizia, visto che allarga non poco il numero dei concorrenti cui far riferimento. Classico che più non si potrebbe con il quadrante chiaro lavorato ad effetto “raggio di sole”, ma entusiasmante nel quadrante scuro (nero-ma-non-troppo) con indici e dettagli in oro rosa. Chiederei solo di eliminare le cuciture a contrasto nei cinturini, per esaltare l’eleganza di questa versione. Noto, infine, il gioco degli indici affiancati da due segmenti stampati: al 3 e al 9 in questo modello dominato al 12 dall’ampia finestrella per il giorno della settimana; al 12 e al 6 per l’automatico solo tempo. Anche questi sono dettagli eloquenti per comprendere il tradizionale impegno di Breitling nella volontà di prendersi tutto il tempo necessario per partire da un buon progetto, poi coerentemente sviluppato. Nei concessionari Breitling da subito: se per Natale mirate ad un buon orologio, vale la pena di inserire la collezione Premier fra le scelte da considerare.

Da visionare nelle Boutiques e rivenditori Breitling